E’ uno scorcio di vita quotidiana, un angolo di strada catturato mantenendo intatti i colori, i gesti, i sapori della gente semplice, schietta. Il tempo scorre sui volti, sulle mani, sulle mura, ma quel calore e quelle atmosfere che si respirano nei vicoli dei quartieri popolari, sembrano continuare a vivere nei personaggi che riempiono ma non invadono la scena caratterizzata dallo sguardo del vecchio che assiste al passare degli anni, dalle movenze di uno scanzonato Pulcinella. Sono proprio le espressioni che ci catturano. Il ruolo fondamentale che spetta al volto è quello di esprimere l´anima nel modo più chiaro. Un cambiamento, che, realmente o apparentemente riguarda soltanto un elemento del viso, ne modifica subito il carattere e l´espressione: un tremito delle labbra, il modo di guardare, il corrugare la fronte. Si affida alla maschera, o ai volti irrigidirti come maschere, il compito di comunicare. Ma a volte le maschere sono come autoritratti con cui l´artista prende posizione, inscena se stesso, gioca più o meno un ruolo recitato, vivendo una molteplicità di sentimenti. La prospettiva rappresentata è il “tepore” di un momento che non vorremmo mai dimenticare, che scalda gli animi e che ci appartiene.