Profondi solchi spezzano l'armonia di un portale originariamente bello, equilibrato e forte. I battenti sono rigidamente chiusi, segnati da profondi tagli, come rappresentazioni di ferite che lasciano cicatrici indelebili. Ferite che si moltiplicano, deturpando l'intero lavoro. L'arco presenta spaccature che distruggono integralmente la perfezione del disegno e che si allungano devastando l'intonaco, scoprendo i piccoli mattoncini colorati nascosti. L'intento è di rappresentare una dimensione che sembra ormai irreparabilmente annientata. E' la vita degli uomini segnata da mille emozioni, gioie, amarezze e piccoli grandi brividi celati; sensazioni cresciute sulle sponde del Lago d'Averno, uno specchio d'acqua preso come spunto dall'autore per marcare l'antica pregevolezza delle realtà oggettive identificate nel cerchio, simbolo di perfezione, di continuità, dell'infinito. Ma tanta distruzione non ha intaccato la sopravvivenza dell'albero posto al lato e che simboleggia la vera essenza dell'essere, l'istinto naturale che vive in noi: il fusto è robusto, resiste alle intemperie della vita, ed è ricco di rami, sui quali i nostri occhi si posano per assistere alla nascita di nuovi germogli.
( 30x38 – 2005 )