Sul muro intagliato a stecche parallele, metafore di una vita sistematica, si adagiano le rotondità dell’arco e del portale, spezzando la monotonia. Il portale è caratterizzato da un doppio arco, due corpi sovrapposti uniti da uno stemma, come due anime contrassegnate da un unico codice. Le ante socchiuse e la chiave nella toppa, fanno pensare a qualcuno che abbia avuto la possibilità di accedere agli interni, godendo, quindi, del privilegio della fiducia ricevuta. L’aggettivo “perduta” del titolo dell’opera fanno, poi, supporre la successiva uscita dal portale. Riporre fiducia nell’altro è il primo grande passo verso la convivenza civile dei popoli, dei singoli uomini, che a volte, però, sopraffatti da impulsi istintivi, reazioni passionali a volte dettate da percezioni errate, sovvertono il corso degli avvenimenti, deludendo, tradendo le aspettative. Ma chi è uscito da quella porta non ha chiuso definitivamente le ante, lasciando dunque immaginare un margine di ripensamento sulle scelte compiute, delineando un cammino esistenziale lungo e tortuoso, come l’arbusto che al lato del portale continua la sua crescita tra mille difficoltà, piegandosi, superando ostacoli, resistendo al trascorrere del tempo.
( 31 x 43 – 2005 )